MESSAGGERI DI BELLEZZA – NICHOLAS e HELENA ROERICH

MESSAGGERI DI BELLEZZA – NICHOLAS & HELENA ROERICH

“Solo il ponte della bellezza sarà abbastanza forte da permettere il passaggio dalla riva dell’oscurità a quella della luce”

“L’Artista che sia degno di questo nome nel suo significato più profondo, vede con l’occhio della mente l’era la cui fioritura è imminente, vede in cosa consiste il prossimo passo nel cammino evolutivo e descrive quella visione nuova, la rende manifesta, rigenera la cultura e la conoscenza, diffonde coscienza e rende salda, grazie alla forza del suo conseguimento, la mano che costruirà la nuova civiltà, la quale, fondata su quella coscienza, sarà l’incarnazione di quella visione. Questo naturalmente è un compito che non si riduce all’ambito delle arti liberali ma, essendo la costruzione della vita come Armonia e Bellezza, la meta consapevole, o meno, di ogni essere umano, è appannaggio di tutti coloro i quali nella loro vita quotidiana contribuiscono a creare giusti e retti rapporti umani, cominciando a costruire l’Armonia dentro se stessi, facendo della propria vita un’Opera d’Arte”.

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Nicholas Roerich (1874-1947)                               Helena Shaposhnikova (1879-1955)

Nicholas Roerich (San Pietroburgo, Russia, 1874 – Kullu, India, 1947), pittore, poeta , archeologo, antropologo, diplomatico, scenografo e costumista russo scrisse queste parole e le incarnò completamente nella vita, assieme alla sua amatissima “moglie, amica, compagna di viaggio ed ispiratrice” Helena.

Visse a cavallo fra il XIX e il XX secolo, in un momento di grande trasformazione dell’umanità su vari livelli, da quello sociale, industriale, scientifico, a quello coscienziale.

Passò la maggior parte dell’infanzia a San Piedtroburgo e nella tenuta estiva dei genitori, Isvara, dove il suo amore per la natura e l’armonia con essa lo spinsero ad indagare profondamente ed appassionatamente la storia ancestrale russa, con fiabe e leggende che intrecciavano la realtà nei sogni di un mondo unito, in perfetta comunione con gli uomini, capaci di essere creatori di bellezza. Questa attitudine all’unione attraverso la bellezza lo portò a coinvolgere ed abbracciare tutte le arti, dalla musica alla poesia, dalla storia all’archeologia, dal teatro alla geografia e da quì all’elevazione spirituale dell’uomo alla ricerca dell’essenza stessa dell’esistenza e del compito dell’umanità su questa terra.

Nel 1898 gli viene assegnata una cattedra all’Istituto Imperiale Archeologico e nel 1901 sposa Helena Shaposhnikova, nipote del compositore Modest Mussorgskij e pronipote del generale russo Kutuzov, colui che riuscì a sconfiggere Napoleone nel 1812. Helena era colta, saggia, matura, estremamente sensibile ed eccellente pianista. Aveva imparato a leggere da sola e, a sette anni, sapeva leggere e scrivere in francese, tedesco e russo. Aveva sei anni la prima volta che incontrò “la figura alta, vestita di bianco” che avrebbe chiamato “il Maestro di Luce che vive lontano”. Cominciarono così i sogni e le visioni che le permisero l’accesso a regni più profondi di realtà donandogli l’abilità di predire gli eventi futuri. Quando incontrò Nikolaj (Nicholas) aveva già letto l’intera biblioteca del nonno e cominciato lo studio delle filosofie e tradizioni orientali della Bhagavad Gita, il Mahabharata e i Veda, le più antiche opere letterarie conosciute dell’epoca.

Iniziarono insieme un cammino di studio spirituale utilizzando se stessi come strumenti dell’indagine. Profondendo sforzi continui e perseverando nonostante gli insuccessi, cominciarono a fare importanti scoperte sulla componente eterica del mondo fisico, quelle sfere sottili solitamente invisibili all’occhio umano. Gradualmente, collegando le ricerche sui diversi insegnamenti religiosi, tra cui il buddismo e la teosofia, si fece strada una nuova comprensione ed una nuova verità. La pace spirituale si riversò nei loro cuori proprio nell’ora più oscura della loro vita e della loro amata Russia: era il 1918. Esuli in Finlandia , un sogno ed aspirazione si impose al loro futuro: Himalaya e, con esso, l’India, l’antica terra di spiritualità e splendore, patria dei Maestri e della Società Teosofica, “Dimora di Luce” dove il Budda aveva ricevuto l’illuminazione.

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Himalayas

Ebbero due figli: Yurj, scienziato, e Svjatoslav, artista. Nei primi anni del 1900 il professor Roerich organizzava scavi archologici ed indagava sullo stato di conservazione dei monumenti della antica Russia (chiese e cremlini), teneva conferenze e scriveva di archeologia. Su invito dell’impresario Sergei Diaghilev diventò prima membro e poi presidente della società Mondo dell’Arte di Pietroburgo. Nel 1906 venne nominato Direttore della Scuola per l’Incoraggiamento alle belle Arti. Nel 1907 applicò il suo talento nel disegno di scene e costumi per il balletto di Igor Stravinsky La Sagra della Primavera. L’anno seguente diventò membro del consiglio della Società Imperiale di Architettura e nel 1909 accademico dell’Accademia Russa di belle Arti. All’inizio della rivoluzione bolscevica, nel 1917, grazie ai suoi grandi meriti (e metodi innovativi) le fu offerto l’ufficio di ministro delle belle arti, ma non accettò l’incarico temendo di perdere la sua autonomia di movimento e pensiero.

Tutto questo lavoro di promozione, divulgazione, sperimentazione, apertura alla creatività delle idee, elaborate attraverso una comprensione profonda che varcava ogni stato di coscienza e il filtro del sogno, si “materializzava” anche nella pittura che rispecchiava quindi gli aspetti variabili e multiformi dell’espressione,

con colori di volta in volta scuri o brillanti, molteplici o quasi monocromatici; con pennellate ora a brevi tratti, ora materiche e ondeggianti, ora tese e sottili, facendo sì che lo stile variasse per meglio esprimerne il soggetto.

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Uglich, Monastero della Resurrezione, 1904

Su invito del direttore dell’Art Institute of Chicago, Roerich si recò negli Stati Uniti nel 1920. Aveva già eseguito più di 2500 dipinti ed era un artista di fama internazionale. Fondò Cor Ardens (Società Internazionale degli Artisti), il Master Institute of United Arts nel 1921 e Corona Mundi (Centro Internazionale d’Arte) nel 1922.

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La battaglia dei Cieli, 1922

Parliamo di Nicholas ma è come se ogni frase avesse un doppio soggetto, uno maschile e uno femminile. Il loro è stato un lavoro congiunto ed il contributo di Helena all’opera del marito, in tutti i campi e a tutti i livelli, non potrà mai essere sottovalutato. Tramite Helena, autrice anche della traduzione in lingua russa della Dottrina Segreta di Helena Petrovna Blavatsky, è stato dato all’umanità da parte del Maestro Morya l’insegnamento dell’Agni Yoga (Yoga del Fuoco), lo yoga più elevato, che non consiste più in posizioni fisiche ed in particolari respirazioni, bensì nella applicazione pratica, quotidiana, consapevole e cosciente di quei valori che tutte le tradizioni spirituali mondiali affermano e che tutte le guide dell’umanità sono venute a ripeterci e a manifestare attraverso vite degne e luminose, affinchè fossero per noi dei modelli.

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Agni

L’artista è un creatore di energie, più che di forme, la sua Arte svela le Idee nel loro significato più profondo, è una manifestazione delle Leggi Universali, una chiave di sintesi che porta alla vera conoscenza di sè in quanto Anima, Essere Spirituale, espressione di Luce, Amore, Bellezza e Armonia.

Le opere di Nicholas Roerich sono straordinarie proprio in questo, testimoniano questa qualità sottile della vera Arte, questa sua capacità di elevare chi la contempla e chi la crea. I suoi quadri furono spesso dipinti in viaggio, durante le sue spedizioni himalayane (India, Turkestan cinese, Altai, Mongolia, Tibet) ed esprimono questo senso del viaggio, il cammino interiore di ritorno alla Casa del Padre, che, Roerich non si stancò mai di ripeterlo, non potrà che avvenire nella Bellezza e non potrà essere disgiunto dalla sua espressione.

Ogni cosa, da un atomo a una stella, da un fiore ad un uomo, contiene in sè parti positive e negative e l’attenzione dell’uomo, poichè “l’energia segue il pensiero”, chiama alla vita quelle su cui si sofferma. Creare la Bellezza ovunque , ad ogni livello e con ogni mezzo, sottolinearla e darle valore, significa lavorare per la rigenerazione del mondo, far sì che il grande Magnete Cosmico dell Bellezza e dell’Armonia (che sono principi universali e, come tali, appartenenti al mondo della Monade) per la Legge di Risonanza chiami alla vita altra Bellezza, fino a che Essa (e tutto ciò che Essa porta con Sè, come tante facce dello stesso diamante, Ordine, Giustizia, Equilibrio e Verità) informi di Sè l’intera manifestazione.

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E Noi apriamo i Cancelli, 1922

“Coltivare un giardino di Bellezza è concesso a chiunque….. Capiranno la Gioia del Bello. Sapranno quella semplice verità che trasforma la vita in un miracolo. L’essenza del miracolo è semplice. Amore è miracolo. Bellezza è miracolo….. Ripeti e ripeti la Bellezza, magari con le lacrime, finchè non giungi alla meta!…… Chi proclama la Bellezza sarà salvato”

L’arte di Roerich riesce a rendere l’essenza e spinge gli uomini in modo dolce e, nello stesso tempo, imperativo, alla presa di coscienza del loro destino spirituale, ricordando loro il dovere di prepararsi per la Nuova Era in cui “Ridgen Djapo (il Messia della tradizione mongola) radunerà il suo esercito e sotto le insegne della Bandiera della Luce sconfiggerà le schiere delle tenebre”.

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Sophia-la saggezza dell’Onnipotente

Dopo aver progettato la sua prima spedizione in Asia, si imbarcò, con l’intera famiglia, per l’India nel 1923. I membri del consiglio del Master Institute of Arts fondarono il Roerich Museum che finanziò la spedizione e nel quale vennero raccolte numerosissime opere di Nicholas. Nel 1928 fondò L’Urusvati Himalayan Research Institute nella valle di Kullu, in Ladak, India, che fu un centro per lo studio etnografico ed archeologico. Durante la sua vita produsse circa 7000 dipinti, scrisse 1200 opere ed articoli di tutti i tipi e fù una delle “forze” che pose il Grande Sigillo degli Stati Uniti sulle banconote dei dollari. Nel 1929 e nel 1935 venne proposto come Premio Nobel per la pace per gli sforzi compiuti a favore della pace mondiale per mezzo dell’arte e la cultura e per i tentativi di proteggere l’arte in tempo di guerra. Il terzo Convegno Internazionale sulla Bandiera della Pace di Roerich nel novembre del 1933, fu un punto di svolta che portò poi all’approvazione del patto che venne conosciuto come “Patto Roerich”. Si obbligava le nazioni firmatarie a rispettare i musei, le università, i monumenti, le cattedrali e le biblioteche come si faceva per gli ospedali. Mentre gli ospedali, in tempo di guerra, esponevano la bandiera della Croce Rossa, le istituzioni culturali avrebbero esposto la “Bandiera della Pace”, cioè tre sfere color magenta inscritte in una circonferenza dello stesso colore su sfondo bianco. Il 15 aprile 1935, Roerich vide la nascita di un trattato consistente in un patto firmato alla Casa Bianca (alla presenza de F.D. Roosvelt) da rappresentanti degli Stati Uniti e di altre venti nazioni dell’America Latina.

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Bandiera della Pace

Questo simbolo appare in tutte le culture di ogni tempo e può essere interpretato in diversi modi. Due dei più ricorrenti sono: L’Arte, la Scienza e la Religione nel cerchio della Cultura e i Conseguimenti passati, presenti e futuri dell’umanità nel cerchio dell’Eternità. Nicholas scriveva che “la Bandiera sventoli sui cuori della Luce, sui santuari e le roccaforti della Bellezza. Che sventoli su tutti i deserti, sugli apparati recessi della Bellezza, così che dai suoi sacri semi possano fiorire i deserti. La Bandiera è issata. Nello Spirito e nel Cuore non sarà mai ammainata. La Bandiera della Cultura fiorirà dal luminoso Fuoco del Cuore. Così sia! La Luce vince l’oscurità”.

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Oscurità Ardente

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La Perla della Ricerca

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Il Tesoro del Mondo

La sua ricerca su ogni piano dell’esperienza umana lo portò, insieme ad Helena, alla spedizione scientifica attarverso le piste e i deserti dell’asia centrale, (1925-1928), dal Kashmir al Ladak, dal Turkestan cinese all’Altai, dalla Mongolia al Tibet in un percorso che nessuno prima aveva compiuto con successo, raccogliendo reperti archeologici, testimonianze e credenze di popoli mai documentate prima, percorrendo oltre 35 passi montani al di sopra dei 5000m, incantato dalle pure, immacolate vette che sono il traguardo di una purificazione interiore e ascesa dell’uomo ad una coscienza superiore, abbagliato dall’aridità di due dei più inospitali deserti della terra, il Taklamakhan cinese e il Gobi mongolo, sempre alla ricerca di Shambala, la città della Nuova Era di cui i Maestri sono i custodi. I suoi dipindi ci mostrano in maniera inequivocabile questa aspirazione alla comunione, comprensione ed unione di tutti gli aspetti della nostra multiforme vita per condurci finalmente sul cammino che ci porterà alla Casa del Padre.

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F.C.

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